Dinosauri https://mail.paleofox.eu Thu, 21 Nov 2024 10:25:13 +0100 Joomla! - Open Source Content Management it-it In Scozia è stata trovata la prima impronta continentale di dinosauro https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/326-in-scozia-è-stata-trovata-la-prima-impronta-continentale-di-dinosauro.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/326-in-scozia-è-stata-trovata-la-prima-impronta-continentale-di-dinosauro.html In Scozia è stata trovata la prima impronta continentale di dinosauro

In Scozia è stata trovata la prima impronta continentale appartenente alla famiglia dei Sauropodi, dinosauri erbivori che, con il lungo collo, potevano arrivare fino ad 80 metri di lunghezza.

Impronte di dinosauro sono state trovate per la prima volta in alcune rocce della terraferma in Scozia. Ad affermarlo è un importane paleontologo, il dott. Neil Clark, vicepresidente della Geological Society di Glasgow, che ha scoperto le impronte in una località costiera nei pressi di Inverness.

Precedentemente, impronte di dinosauri sono state rinvenute solo su Skye, un’isola scozzese. I nuovi fossili potrebbero essere stati lasciati da diversi dinosauri dell’era giurassica circa 170 milioni di anni fa. L’ubicazione precisa della scoperta non è stata resa pubblica per consentire ulteriori ricerche sul sito. Il dottor Clark, che è curatore di paleontologia al Museo Hunterian di Glasgow, ha dichiarato: “Ho spesso lamentato il fatto che i dinosauri non siano stati trovati altrove in Scozia, ma ora ho scoperto alcune nuove impronte di dinosauri in un luogo completamente diverso“.

Dinosauri in Scozia, le impronte

Il dottor Clark, ha aggiunto: “Provengono da una parte completamente nuova della Scozia per i dinosauri e aiuteranno in modo significativo la nostra comprensione biogeografica di quell’età in Gran Bretagna“. Il sito vicino a Inverness contiene impronte fossili che si pensa provengano da diversi tipi di dinosauri.

La dimensione delle orme presuppone che siano state impresse da un membro della famiglia dei dinosauri sauropodi, enormi erbivori a quattro zampe con colli lunghi e sottili che si ergevano fino a 18 metri di altezza. Il dottor Clark ha lanciato una campagna di crowdfunding per raccogliere 5.000 sterline necessarie per disegnare una mappa delle orme dei dinosauri in tutta la Scozia. I soldi saranno usati per comprare un drone. I ricercatori dell’Università di Edimburgo parteciperanno al progetto di ricerca.

La scoperta avvenne casualmente! Il dottor Clark dopo aver partecipato a una conferenza a Inverness a marzo, decise di passeggiare lungo la costa e notò delle impronte di dinosauri sulla battigia. Ha scritto: “Ero molto emozionato, conoscevo subito il significato della scoperta“. Circa 170 milioni di anni fa, poco dopo che il supercontinente Pangea cominciò a disgregarsi, la terra che ora è l’isola di Skye faceva parte di una piccola isola subtropicale. Fino alla nuova scoperta, Skye era l’unico posto in Scozia dove erano state trovate testimonianze di dinosauri. Possiede oltre il 10% delle specie note di dinosauri del Giurassico medio del mondo e oltre il 15% dei siti dei dinosauri noti del Giurassico medio.

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Dinosauri Wed, 22 Aug 2018 08:27:19 +0200
Scoperto in Gran Bretagna il più antico Neoteropode basale del Giurassico, Dracoraptor hanigani https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/322-scoperto-in-gran-bretagna-il-più-antico-neoteropode-basale-del-giurassico,-dracoraptor-hanigani.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/322-scoperto-in-gran-bretagna-il-più-antico-neoteropode-basale-del-giurassico,-dracoraptor-hanigani.html

In una spiaggia vicino Cardiff è stato scoperto uno scheletro parziale, comprensivo di teschio ad alcuni denti, di un nuovo dinosauro. La nuova specie, chiamata Dracoraptor hanigani, è stata studiata da un team di ricerca guidati dal Dr. David Martill della University of Portsmouth. Approssimativamente è stato trovato il 40% dello scheletro e cosa rara include parti del cranio e della zona postcraniale. Questo ha permesso al team di ricerca composto dal Dr. David Martill  del Amgueddfa Cymru – National Museum Wales, e ricercatori della University of Manchester, della University of Portsmouth, di pubblicare sulla rivista PLoS ONE, la scoperta di questa nuova specie e genere di Teropode basale.

I reperti sono stati trovati all'interno di blocchi di roccia sedimentaria crollati lungo la scogliera a sud di Cardiff (Galles meridionale), che espone rocce composte da strati di età geologica compresi fra il Triassico sup. e il Giurassico inf.. L'origine di questo nuovo nome è: per il genere è stato unito il termine “Draco” nome che richiama i famosi Dragoni del Galles, a “raptor” che invece è un suffisso comunemente impiegato per i dinosauri Teropodi, mentre la specie “hanigani” è in onore dei scopritori Nick e Rob Hanigan dello scheletro.

Disegno dello scheletro di Dracoraptor hanigani.

 

Log stratigrafico di Lavernock Point.
 

La scogliera in cui è stato ritrovato lo scheletro a Lavernock Point, National Grid reference ST 187681.
 

I paleontologi descrivono Dracoraptor hanigani come un dinosauro carnivoro piccolo e agile, alto 70 cm e lungo circa 2 metri con una lunga coda. E' un lontanissimo cugino del T. rex e viveva proprio nei primi periodi del Giurassico, circa 200 milioni di anni fa, rendendolo il dinosauro più antico del Giurassico in Inghilterra e forse nel mondo. Il fossile inoltre, rappresenta il dinosauro più completo del Galles, e il primo scheletro fossile di un dinosauro del Giurassico del Galles.

 

Si desume dallo studio delle ossa trovate, che molto probabilmente, è uno scheletro giovanile non completamente formato ancora. Il Dr. Steven Vidovic, della University of Portsmouth, fa notare inoltre che l'estinzione avvenuta alla fine del Triassico e che ha segnato l'inizio del Giurassico, è stato l'evento che ha permesso il successo evolutivo futuro dei dinosauri, ma dei fossili di questo periodo sappiamo ben poco. Questa scoperta aiuta a ricostruire un poco di più, cosa avvenne in quel periodo. Un bel scheletro quasi completo di un giovane di dinosauro lungo circa 2 metri proveniente dai primi periodi del Giurassico.

 

Immagine di copertina

Un dente fossile di Dracoraptor hanigani. Image credit: Martill D.M. et al.

 

Credits

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0145713

Article Source: The Oldest Jurassic Dinosaur: A Basal Neotheropod from the Hettangian of Great Britain

Martill DM, Vidovic SU, Howells C, Nudds JR (2016) The Oldest Jurassic Dinosaur: A Basal Neotheropod from the Hettangian of Great Britain. PLoS ONE 11(1): e0145713. doi: 10.1371/journal.pone.0145713

 

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Dinosauri Sat, 23 Jan 2016 02:42:24 +0100
Scoperto un nuovo sauropode gigante Notocolossus gonzalezparejasi https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/321-scoperto-un-nuovo-sauropode-gigante-notocolossus-gonzalezparejasi.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/321-scoperto-un-nuovo-sauropode-gigante-notocolossus-gonzalezparejasi.html

Con un omero alto 1,76 metri ed una massa stimata fra i 40'000 ed i 60'000 Kg, Notocolossus gonzalezparejasi entra di diritto a far parte tra i dinosauri più grandi mai ritrovati e fra gli animali più grandi mai vissuti sulla Terra.

Provenienza geografica e ricostruzione speculativa del dinosauro sauropode titanosauro gigante Notocolossus gonzalezparejasi gen. et sp. nov.

Uno dei due esemplari di Notocolossus ritrovati conserva il piede fossilizzato nella sua interezza, mettendo finalmente luce, su una parte anatomica dei super massivi dinosauri così importante per un animale di queste dimensioni. Il piede fossilizzato mostra caratteristiche mai osservate prima d'ora nei sauropodi, tali caratteristiche sembrano essere adattamenti alla massa notevole di questi animali. Notocolossus viene descritto grazie al ritrovamento di una parte di ossa appartenenti alla schiena, coda, bacino, zampa anteriore, caviglia e del piede completo. L'articolo scientifico è apparso oggi nella rivista Scientific Reports di Nature, pubblicazione a libero accesso. Lo studio è il risultato della collaborazione della Universidad Nacional de Cuyo in Mendoza, Argentina e dell'assistente curatore della Paleontologia dei Vertebrati del Carnegie Museum of Natural History Matt Lamanna.

Team dei Ricercatori: Leonardo Ortiz David (Universidad Nacional de Cuyo) Dr. Bernardo Gonzalez Riga (Universidad Nacional de Cuyo and CONICET), Dr. Matthew Lamanna (Carnegie Museum of Natural History)
 
Dr. Bernardo Gonzalez Riga mentre scava il piede fossilizzato sul campo. A destra, il piede pubblicato nell'articolo scientifico.

 

 

Credits

Title: A gigantic new dinosaur from Argentina and the evolution of the sauropod hind foot
Author: Bernardo J. González Riga, Matthew C. Lamanna, Leonardo D. Ortiz David, Jorge O. Calvo, Juan P. Coria
Publication: Scientific Reports
Publisher: Nature Publishing Group
Date: Jan 18, 2016

Citation

González Riga, B. J. et al. A gigantic new dinosaur from Argentina and the evolution of the sauropod hind foot. Sci. Rep. 6, 19165; doi: 10.1038/srep19165 (2016).

Immagini

Copertina: Notocolossus ricostruzione di come doveva essere in vita. Credit: Taylor Maggiacomo

Link

http://www.nature.com/articles/srep19165

http://palaeoblog.blogspot.it/2016/01/notocolossus-gonzalezparejasi-giant-new.html

http://carnegiemuseumnaturalhistory.tumblr.com/post/137576215916/researchers-have-discovered-a-gigantic-new-species

 

http://www.nature.com/articles/srep19165

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Dinosauri Tue, 19 Jan 2016 01:33:00 +0100
Morelladon beltrani Gasulla et al., 2015 un nuovo dinosauro con vela dorsale dalla Spagna https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/315-morelladon-beltrani-gasulla-et-al-,-2015-un-nuovo-dinosauro-con-vela-dorsale-dalla-spagna.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/315-morelladon-beltrani-gasulla-et-al-,-2015-un-nuovo-dinosauro-con-vela-dorsale-dalla-spagna.html

Morelladon beltrani Gasulla et al., 2015

Ricostruzione in vita del Morelladon beltrani. Image credit: Carlos de Miguel Chaves.
 

Nel 2013, un team della Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED) e dell'Università Autonoma di Madrid, scoprì uno scheletro parziale di un'euornithopode del Cretaceo inferiore, nella cava di Morella, Spagna.

Ora lo scheletro è stato studiato e pubblicato su Plosone (http://www.plosone.org/), ed è stato assegnato il nome di Morelladon beltrani Gasulla et al., 2015. Il nome generico deriva dal greco antico e combina le parole Morella (luogo del ritrovamento) con il termine greco ὀδών, odoon, "dente". Il nome specifico, invece, onora Victor Beltrán, il proprietario del Vega del Moll SA, un'impresa di sfruttamento delle cave.

Fig 2. Dente fossile dell'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

Fig 2. Dente fossile dell'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

 

 

Lo scheletro è stato ritrovato in uno strato della Formazione Arcillas de Morella, datata in letteratura come Aptiano inferiore, invece oggi, secondo gli studi recenti dovrebbe essere datato al Barremiano superiore.

Fig.3. Località dove è stato trovato l'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

Fig.3. Località dove è stato trovato l'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

Fig.4. Parte dell'arco neurale dorsale e delle spine neurali dell'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

Fig.4. Parte dell'arco neurale dorsale e delle spine neurali dell'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

Fig.5. Vertebre dorsali dell'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

Fig.5. Vertebre dorsali dell'olotipo di Morelladon beltrani (CMP-MS-03).

 

La particolarità di questa scoperta sono le spine neurali che presentano allungamenti verticali e che fanno ipotizzare e presumere della presenza di una vela dorsale, ampliando il numero di dinosauri che presentano tale caratteristica. La ricostruzione dell'animale ipotizza che poteva raggiungere una dimensione di 6 m in lunghezza ed una altezza di 2,5 m.

L'analisi filogenetica rivela che questa forma iberica di dinosauro è più vicina ai suoi cugini Iguanodon bernissartensis e Mantellisaurus atherfieldensis europei rispetto agli altri dinosauri iberici dello stesso gruppo (Delapparentia turolensis e Proa valdearinnoensis).

Il rinvenimento e riconoscimento di questa specie indica che la penisola iberica ospita un numero più elevato di forme di dinosauri finora note del Cretaceo inferiore appartenenti al gruppo dei iguanodonti.

 

 

 

Credits: Gasulla JM et al. 2015. A New Sail-Backed Styracosternan (Dinosauria: Ornithopoda) from the Early Cretaceous of Morella, Spain. PLoS ONE 10 (12): e0144167; doi: 10.1371/journal.pone.0144167

 

Immagini e fonte

Article Source: A New Sail-Backed Styracosternan (Dinosauria: Ornithopoda) from the Early Cretaceous of Morella, Spain

Gasulla JM, Escaso F, Narváez I, Ortega F, Sanz JL (2015) A New Sail-Backed Styracosternan (Dinosauria: Ornithopoda) from the Early Cretaceous of Morella, Spain. PLoS ONE 10(12): e0144167. doi: 10.1371/journal.pone.0144167

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Dinosauri Tue, 05 Jan 2016 06:40:32 +0100
I dinosauri "Romeo e Giulietta" https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/303-i-dinosauri-romeo-e-giulietta.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/303-i-dinosauri-romeo-e-giulietta.html

Paleontologi dell'Università di Alberta, hanno scoperto delle prove per distinguere il sesso di due dinosauri. La determinazione del sesso nei dinosauri è difficilissima, a causa della mancanza nei fossili delle parti molli, che darebbero una indicazione certa del sesso. Così, le ricerche si stanno concentrando sulle evidenze indirette e sui dettagli che possono essere rilevati sui fossili conservate i e studiati. Alcuni dati possono essere dedotti dagli attuali uccelli (discendenti di alcuni tipi di dinosauri), che mostrano strutture anatomiche differenti fra i due sessi. Tali strutture, tipo la cresta di gallo, le code più sviluppate nei maschi del pavone, e le piume lunghissime dell'uccello del paradiso, lasciano dei segni o strutture differenti sulle ossa fossili dei reperti studiati.

 

Le due code, identiche in quasi tutto, differiscono per la presenza di piccole propaggini che lascerebbero pensare a una sorta di coda "a pavone" che si apriva durante i rituali di corteggiamento / Photo University of Alberta 

 

La ricostruzione di Sydney Mohr dell'Università di Alberta / Photo University of Alberta

 

Nel 2011, Scott Persons ed alcuni suoi colleghi, pubblicano uno studio sulle piume del dinosauro piumato Oviraptor. Oviraptor è un animale che viveva sul terreno, ma possiede delle grandi e lunghe piume. Se tale dinosauro non poteva volare, a che cosa erano utili tali lunghe piume? La teoria di Persons e colleghi, è che tali piume fossero usate per bellezza ed attrattiva sessuale al pari dei moderni uccelli terrestri non volatori tipo fagiani, pavoni e tacchini. Tale teoria è supportata dal fatto che Persons ha rilevato sugli scheletri di Oviraptor tracce delle muscolature che servivano a muovere tali grandi piume e quindi ad esibirle in danze rituali di accoppiamento.

I ricercatori dell'Università di Alberta compiono un'altro passo nella loro teoria. La validità di una teoria è il suo potere predittivo. Persons dice: "Se abbiamo ragione, le strutture che servono a sostenere tali piume, dovrebbero presentare delle differenze definitedimorfisomo sessuale". Così pubblicarono la teoria che l'analisi delle piume di diversi Oviraptor dovrebbero presentare dimorfismo sessuale.

La predizione diventa realtà con la pubblicazione della nuova ricerca pubblicata su Scientific Reports, dove Persons e colleghi pubblicano la scoperta di dimorfismo sessuale in due esemplari di Oviraptor. I due raptor sono stati scoperti nel deserto del Gobi In Mongolia. I due sono morti, probabilmente, seppelliti da una duna sabbiosa che la completamente ricoperti. Quando sono stati scoperti, gli scienziati, li hanno amichevolmente chiamati "Romeo e Giulietta". Mai tale nome fù più azzeccato.

Analizzando i resti, Persons e colleghi notano che gli scheletri sono della stessa taglia, della stessa età e simili in tutto per l'anatomia. Però su Romeo vengono osservate delle ossa della coda specializzate più grandi e sagomate. Questo indica che Romeo poteva utilizzare e muovere le lunghe piume della coda in misura evidentemente maggiore di Giulietta, che invece possedeva delle ossa della coda poco sviluppate. L'eccezionale reperto fossile, come si può osservare in fotografia, conserva i due scheletri che sembrano abbracciati, rendendo il reperto ancora più spettacolare agli occhi dell'osservatore.

Nicola A. Cosanni

 

Foto per gentile concessione Università di Alberta

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Dinosauri Sat, 04 Apr 2015 10:43:37 +0200
Descritto un nuovo dinosauro della Hell Creek Formation, Acheroraptor temertyorum https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/258-descritto-un-nuovo-dinosauro-della-hell-creek-formation,-acheroraptor-temertyorum.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/258-descritto-un-nuovo-dinosauro-della-hell-creek-formation,-acheroraptor-temertyorum.html

Un nuovo piccolo dinosauro carnivoro proveniente dalla formazione di Hell Creek, Montana, USA è stato descritto oggi, il suo nome è Acheroraptor temertyorum. L'olotipo è formato da resti formati da parte della mascella inferiore e superiore con denti, le sue dimensioni sono più grandi dei raptor infatti si avvicina come dimensioni a quelle di Deinonychus. Acheroraptor è stato uno degli ultimi dinosauri non-aviani. E 'vissuto 67-66 milioni di anni fa in Nord America occidentale. Faceva parte di una comunità che comprendeva Tyrannosaurus rex e Triceratops. Come tale, Acheroraptor ci dà un quadro più completo dell'ecosistema esistente in Nord America poco prima della grande estinzione che segnò la fine dell'era dei dinosauri. Gli unici denti di Acheroraptor trovati fino ad ora per decenni erano incompleti e questo non ha permesso la ricostruzione tassonomica e filetica e quindi le relazioni con i Dromeosauri di Hell Creek.

E' interessante notare che le ossa ritrovate della mascella di Acheroraptor, lo pongono più vicino a Velociraptor ed alle specie asiatiche dal muso allungato che a quelle ritrovate in nord America. Le relazioni evolutive e biogeografiche dei Dromeosauridi continueranno ad essere ancora un campo di battaglia fra gli studiosi. Le analisi filogenetiche basate sul dataset di Longrich and Currie (2009) definivano Acheroraptor come un velociraptorine dromaeosauride, quindi inserito all'interno di un gruppo di specie asiatiche. La vicinanza del rapporto evolutivo di Acheroraptor con il gruppo di specie asiatiche che include Velociraptor suggerisce che la migrazione dall'Asia potrebbe aver continuato a plasmare le comunità di dinosauri del Nord America fino alla fine del periodo Cretaceo.

La ricerca che descrive Acheroraptor è stata pubblicata nell'ultimo numero di Naturwissenschaften:

Evans, D. C.,  D. Larson, and P. J. Currie. 2013. A new dromaeosaurid (Dinosauria: Theropoda) with Asian Affinities from the latest Cretaceous of North America. Naturwissenschaften 100 (11): 1041-1049.

Disponibile online qui.

 

Foto: Holotype maxilla and associated dentary of Acheroraptor temertyorum. Copyright Royal Ontario Museum

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Dinosauri Mon, 16 Dec 2013 16:20:54 +0100
E alla fine Edmontosaurus possiede una cresta carnosa! https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/255-e-alla-fine-edmontosaurus-possiede-una-cresta-carnosa.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/255-e-alla-fine-edmontosaurus-possiede-una-cresta-carnosa.html

Sul numero del 12 dicembre 2013 di Current Biology (A Mummified Duck-Billed Dinosaur with a Soft-Tissue Cock’s Comb) è stata pubblicata la scoperta di una struttura mai notata fino ad oggi sopra un hadrosauride per la precisione l'Edmontosaurus regalis. Praticamente una struttura carnosa è stata trovata in una mummia fossile di questo dinosauro scoperto in una zona a ovest di Grand Prairie, regione dell' Alberta in Canada, proveniente dalla Wapiti Formation del Cretaceo superiore, e tra i ricercatori che firmano la ricerca vi è anche un giovane paleontologo italiano, Federico Fanti, già conosciuto ai più in Italia tra gli addetti ai lavori ed appassionati di paleontologia.

Questa scoperta effettuata su un dinosauro molto conosciuto e studiato, dimostra che la paleontologia riesce sempre a stupire i ricercatori ed il mondo accademico in generale. La conservazione eccezionale dei tessuti molli di questo esemplare non è l'unico risultato ottenuto dai ricercatori, ma si contano ancora diversi esemplari da scavare nello stesso giacimento, inoltre, la datazione dei livelli fossiliferi, data questi esemplari di Edmontosauri come i più antichi della loro specie. Gli esemplari sono definiti “mummie” ovvero con resti di tessuti conservati o tracce di tessuti conservati, ma da non confondere con le mummie dell'antico Egitto e/o delle antiche popolazioni sudamericane, che hanno subito processi di conservazione e fossilizzazione completamente differenti. I fossili di Dinosauri definiti mummie sono rappresentati da impronte di pelle e strutture dermiche e/o di tessuti molli che hanno lasciato le loro esili tracce nei sedimenti dove l'animale è morto o si è fossilizzato. Data questa premessa si comprende come tali fossili siano più rari che mai e come trovare testimonianza di queste strutture sia eccezionale sia come significato paleontologico ma anche come significato paleobiologico.

Altro dato eccezionale di questa scoperta è che è quindi la prima testimonianza di una cresta cefalica non ossea in un Dinosauro mesozoico. Se prima di questa scoperta le creste osse di lambeosauri hadrosauri erano legate solo al concetto di essere una cassa di risonanza per le vocalizzazioni di questo gruppo di dinosauri, ora tale struttura, in questo esemplare dovrà essere interpretata come un elemento per la socialità e/o selezione sessuale.

Tale scoperta ora apre quindi ad un discorso possibilistico riguardante il fatto che l'evoluzione dei dinosauri possa essere fortemente guidata da strutture e elementi di distinzione sociale legate al colore ed alla forma, e quindi per analogia, anche altri dinosauri potevano possedere tali strutture e quindi essere diversi da come ce li immaginiamo noi attualmente.

 

Bibliografia:

Bell, Fanti, Currie, Arbour. 2013. A Mummified Duck-Billed Dinosaur with a Soft-Tissue Cock’s Comb. Current Biology http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2013.11.008

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Dinosauri Fri, 13 Dec 2013 16:26:32 +0100
Ricercatori italiani svelano la vita e la morte di un nuovo dinosauro https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/252-ricercatori-italiani-svelano-la-vita-e-la-morte-di-un-nuovo-dinosauro.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/252-ricercatori-italiani-svelano-la-vita-e-la-morte-di-un-nuovo-dinosauro.html
Secondo leggenda fu il caso ad aiutare i ricercatori nel 1923. La spedizione del naturalista americano Roy Chapman Andrews si era persa in un labirinto di gole scavate dall´erosione nel deserto dell´Asia Centrale, quando decisero di chiedere informazioni a una remota base militare nel bel mezzo del niente. Il fotografo della spedizione, John B. Shackelford, abbastanza annoiato a questo punto, si fermo a osservare il panorama ai bordi di una parete di roccia quando si accorse di frammenti di ossa emerge dal sedimento. Dopo brevi scavi emersero intere ossa di dinosauro e di piccoli mammiferi e più sorprendente delle gigantesche uova.
Uova di dinosauro erano fossili molto rari a quei tempi, ma grazie a questa scoperta Andrews sarà in grado di descrivere perfino interi nidi. 
Le uova furono attribuite al dinosauro erbivoro Protoceratops (di cui abbondavano i fossili), mentre a un dinosauro teropode con strano becco (usato probabilmente come uno schiaccianoci) fu attribuito il ruolo di sciacallo, che rubava le gustose uova dai nidi e propriamente fu nominatoOviraptor - ladro di uova. Solo nel 1993 la scoperta di un individuo di dinosauro oviraptoride accovacciato sulle uova rivela che si trattava di uno scambio d'identità: Le uova e i nidi ritrovati nel deserto appartenevano a questa specie! 
Varie specie sono state descritte negli ultimi anni in questo gruppo e molti altri fossili hanno avvalorato l´ipotesi che questi dinosauri praticavano una cura del nido, proteggendo le uova deposte in un particolare modo a spirale o cerchio. 
 
Una ricerca recente (ma altretanta fortunata dal punto dei fossili recuperati) liberamente scaricabile e curata da ricercatori e artisti italiani (FANTI et al. 2012 con tanto di disegni da parte di Marco Auditore) ha pubblicato non solo una nuovo specie del genere Nemegtomaia (la buona madre di Nemegt), ma anche interessanti aspetti della tafonomia e geologia dell´area della Mongolia come doveva apparire nel tardo Cretacico.
Entrambi gli esemplari fossili studiati sono stati scoperti nella formazione di Baruungoyot, depositi eolici attribuiti a un ambiente desertico, che si intercala con la formazione di Nemegt, depositi di una piana alluvionale. I resti finora conosciuti di dinosauro oviraptoride sono stati sempre scoperti in sedimenti connessi a un ambiente secco - per questo la classica ricostruzione di questi dinosauri accovacciati su una duna desertica e sorpresi da una tempesta di sabbia, che li uccide all´istante e li seppellisce in un pezzo per mezza eternità. La scoperta dei due esemplari in vicinanze stratigrafiche con depositi di un ambiente almeno temporaneamente umido fa pensare che il loro habitat era un po' più diverso e ricco ecologicamente di quello finora immaginato. 
Inoltre su uno degli esemplari, quello meglio conservato e disposto sul suo nido, sono stati scoperti segni di diverse "ondate" di animali spazzini. Secondo la ricostruzione della storia postmortem  la carcassa fu schiacciata lateralmente dai sedimenti che la ricoprivano in parte. Il dorso esposto attira degli animali spazzini, che asportarono parti della colonna vertebrale e la parte inferiore del corpo. Il cadavere si mummifica in un ambiente secco ed è colonizzato da insetti saprofagi. Alla fine quello che resta è seppellito completamente, fino alla sua scoperta 65 milioni di anni più tardi.

Bibliografia:

AUDITORE, M.; BIAVA, A.; BRUSCHI, A.; MASSAJOLI, M.; PASTORI, F. & VALENZA, E. (2004): Oviraptor. Innocente! Dinosauri - Fossili - Minerali - Preistoria N.5 Luglio-Agosto: 6-15
FANTI, F.; CURRIE, P.J. & BADAMGARAV, D. (2012): New Specimens of Nemegtomaia from the Baruungoyot and Nemegt Formations (Late Cretaceous) of Mongolia. PLoS ONE 7(2): e31330
 
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Dinosauri Thu, 16 Feb 2012 01:00:00 +0100
La storia e geologia del primo dinosauro italiano: Scipionyx samniticus https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/244-la-storia-e-geologia-del-primo-dinosauro-italiano-scipionyx-samniticus.html https://mail.paleofox.eu/articoli-ita/dinosauri-ita/33-dinosauri/244-la-storia-e-geologia-del-primo-dinosauro-italiano-scipionyx-samniticus.html

"In geologia non possiamo dispensarci dal fare delle congetture: giacche dunque siamo condannati a sognare , procuriamo che i nostri sogni siano come quelli degli uomini sani, che abbiano, cioè, un aspetto di verisimiglianza, e non siano come quelli delle persone malate, nei quali si fanno strane combinazioni di fantasmi inverisimili e contrari alla natura."
"Introducione alla Geologia" (1811) del filosofo naturale Scipione Breislak

Il calcare di colore grigio-giallo a grana finissima che si puó trovare nei pressi del villaggio di Pietraroja (Provincia di Benevento/Campania) era in passato una roccia ampiamente utilizzata nell´edilizia, ma questo antico sedimento forniva anche altri tesori - fossili in un stato di preservazione straordinario.

http://storiadellageologia.blogspot.com

Il medico e naturalista Nicolo 'Braucci da Caivano (1719-1774) cita brevemente i fossili nella sua opera "Historia Naturale della Campania Sotterranea" (1770):

"...quivi dentro le valli lacerate, erose dai torrenti delle acque piovane, si scoprono sassi con l'impronta di molti generi di pesci, e specialmente di sarde."

Tuttavia il primo naturalista a descrivere piú in dettaglio i pesci fossili presenti sulla superficie degli singoli strati è stato il filosofo, teologo e fisico Scipione Breislak (1750-1826) nel suo libro sulla geologia della Campania con il titolo "Topografia fisica della Campania" (1798) in cui scrive:

"Sopra Cerreto sorge l'alta montagna di Pietra Roja che è una delle cornate del Matese, molto interessante per i prodotti che presenta. Questa montagna in alcune parti è composta da pietra calcarea scissile con impressioni di pesci. La durezza però dello schisto e la molteplicità delle venature spatole che s'intersecano in molte direzioni, fan sì, che con difficoltà se ne possano avere de' belli esemplari, né sono giammai di quella precisione e bellezza che si osserva ne' pesci fossili di Bolca."

Negli anni 1853 al 1864 il geologo Oronzo Gabriele Costa (1789-1867) pubblica i vari volumi della sua "Paleontologia del Regno di Napoli", dove sono raffigurati i magnifici pesci fossili del "calcare ad ittioliti di Pietraroja", nome che viene poi adottato anche per designare la formazione geologica di Pietraroja.

I fossili che si trovano in questa formazione comprendono ammoniti, crostacei, una ricca varietá di pesci, coccodrilli, tre specie di (presunte) lucertole, una specie di anfibio e una singola specie di grosso vertebrato.
Infatti Pietraroja divenne nota in tutto il mondo nel 1998, quando uno scheletro quasi completo di un piccolo dinosauro è stato descritto dai paleontologi italiani Cristiano Dal Sasso e Marco Signore in un articolo sulla prestigiosa rivista "Nature" - la specie nuova alla scienza verrá chiamata Scipionyx samniticus, una dedica a Scipione Breislak, che per primo descrisse la località, e il antico nome latino per la regione del Sud Italia del Sannio, che comprendeva la moderna Campania.
Il fossile, ritrovato 20 anni prima sotto condizioni non completamente chiarite, descritto è straordinario: uno scheletro quasi completo e articolato di un piccolo (23cm di lunghezza) dinosauro bipede, mancano solo alcune parti della coda e alcune ossa delle zampe posteriori, anche nelle cavità del corpo ci sono strutture interpretate come impronte degli organi - Scipionyx é tuttora uno dei dinosauri meglio conservato. Ciro, come il fossile fu chiamato dalla stampa generale, era così fotogenico che riusci perfino a conquistare la copertina della rivista Natura.

Scipionyx e il calcare di Pietraroja non sono solo un importante scoperta paleontologica, ma anche utile per il geologo. La tafonomia di Scipionyx e altri vertebrati scoperti aiuta a ricostruire l'ambiente in cui vivevano e ha implicazioni importanti per la ricostruzione paleogeografia della penisola italiana e il mare di Tetide nel Cretacico.
La presenza di grandi animali dimostra la disponibilità di acqua dolce, dimostra inoltre la presenza di isole o di grandi aree di terra ferma, coperto da vegetazione - é interessante notare che nel record geologico non vi sono prove cosi dirette e fino a qualche decennio fa l'oceano della Tetide era stato ricostruito come un grande mare monotono e poco profondo.
La ricostruzione moderna dell'ambiente di Scipionyx comprende un arcipelago di isole sparse nell'oceano della Tetide, isole abbastanza grandi da sostenere populazioni di specie endemiche di dinosauri.

La ricerca su Scipionyx samniticus non si ferma su questi punti ma é continuata negli ultimi anni - grazie alla preservazione e nuove tecnologie é stato possibile descrivere in una monografia (presentata poche settimane fa) il fossile - aggiornare la sua sistematica, ricostruire l´anatomia e perfino l´etologia - di questo piccolo, primo dinosauro italiano.
 

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Dinosauri Mon, 18 Jul 2011 02:00:00 +0200
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Dinosauri Wed, 16 Feb 2011 01:00:00 +0100